AVIS Comunale di Lecco Associazione Volontari Italiani Sangue – Comune di Lecco

Relazione Sanitaria 2015

Come saprete, il Dr. Roberto Spini è il Direttore Sanitario della nostra associazione e molti di noi sono passati da lui prima di essere “spediti” al centro trasfusionale. Abbiamo pensato di pubblicare sul sito la relazione che il Dr. Spini ha presentato in Assemblea perchè contiene numerosi dati interessanti. Buona lettura!

– AVIS LECCO –

 

RELAZIONE ANNUALE DEL DIRETTORE SANITARIO PER L’ANNO 2015

 

(ASSEMBLEA SOCIALE del 28 febbraio 2015)

 

 

Cari soci,

eccomi a presentare il resoconto della mia attività sanitaria svolta nell’anno 2014.

 

Come ogni voglio iniziare ringraziando il Presidente ed il Consiglio Direttivo dell’AVIS Comunale e il Presidente della Sezione Provinciale per avermi confermato nel ruolo di Direttore Sanitario. Ruolo che con il tempo richiede sempre maggior attenzione.

I miei saluti e ringraziamenti vanno inoltre ai Colleghi del Servizio Immuno-Trasfusionale Ospedaliero di Lecco, in particolare alla dottoressa Alessandra Berzuini grazie alla quale è stato possibile continuare ad ottenere dati sanitari “effettivi” relativi alle problematiche sanitarie dei donatori della nostra Sezione e dei quali darò precisazioni in seguito.

 

Venendo alle attività del 2014.

 

In sede sono stati visitati   229  aspiranti donatori (234 nel 2013) con una sostanziale tenuta dei numeri globali

Di essi 10  (pari al 4,4% vs 4,7  nel 2012) sono risultati non-idonei al momento della visita. Di questi 7 (3%) presentavano problematiche cliniche che non permettono, con la normativa vigente, un’eventuale rivalutazione (causa malattie attuali e pregresse). Di essi 2 per riscontro di problematiche relative alla ghiandole Tiroide (che resta da alcuni anni la problematica che più frequentemente viene evidenziata durante le mie valutazioni. Per 3 si tratta invece di problematiche che, nel tempo, potrebbero modificarsi (uso di farmaci, sottopeso): e quindi con la possibilità di essere ammessi alla donazione in futuro. Come sempre questi aspiranti sono stati invitati a ricontattare la Segreteria in caso di modifiche dello stato attuale che ne definisce la non idoneità.

Ai non-idonei al momento della prima visita si devono aggiungere 21 aspiranti (11 nel 2013)  che sono stati giudicati non-idonei dopo i primi esami presso il Servizio Immuno-Trasfusionale dell’Ospedale di Lecco. Di essi 10 sono parte del gruppo di aspiranti appartenenti alle minoranze etniche.

In totale i non-idonei definitivi a fine anno sono stati 31  pari al 13,53%  degli aspiranti (contro il 9,82% del 2013).

Le idoneità totali per l’anno sono state complessivamente 329. Il numero, come sempre, non è quindi correlato solo con le  attività di visita svolte nell’anno solare in sede, considerando infatti anche soggetti che erano in attesa di idoneità definitiva alla fine del 2013.

 

Passando ora ai colloqui eseguiti presso la sede o per via telefonica, nell’ultimo anno ne sono stati effettuati 19. Come sempre i temi trattati sono stati molto vari; problematiche di salute (9); terapie in corso per le quali si richiedono chiarimenti in relazione all’idoneità o meno alla donazione (3); presenza di “carenza di ferro” (3); interpretazione di esami eseguiti; disturbi presentati in occasione della donazione; abitudini di vita.

Una volta di più si è notato come, oltre ad essere interessati al proprio stato di salute, i donatori vogliano anche capire bene quali possano essere la conseguenze di tali situazioni nei confronti della qualità del sangue che vorrebbero donare.

 

Anche nel 2014,  in collaborazione con i Colleghi del Servizio Immuno – Trastusionale dell’Ospedale di Lecco (in particolare della Dr.ssa Berzuini), si è riusciti a censire tutte le cause di non idoneità di aspiranti e donatori della nostra sezione .

Ciò oltre a rendere sicuramente più attenta e precisa l’analisi dei dati potrà anche aiutare, nel tempo, ad individuare strategie di intervento  per contenere tali cause e, se possibile, anche a prevenirle.

In totale nel 2014 sono state riscontrate 101 non-idoneità (contro le 95 del 2013). Suddivise secondo quanto elencato nelle tabelle sottostanti:

 

 

 

 

 DUSTIROIDISMO AUTOIMMUNE           15

EPATOPATIA VIRALE (HBV-HBC E FAM.)12

GAMMOTAPIA MONOCLONALE              11

REAZIONE VASO-VAGALE RIPETUTA      7

AUTO-ANTICORPI                                 6

NEOPLASIE                                          6

ARITMIA CARDIACA                             6

CARDIOPATIA ISCHEMICA                    3

TVP RIPETUTE                                      3

TIA PREGRESSI                                    3

ANEMIA                                               3

POSITIVITA’ PSEUDO-VIRALE               3

EPATOPATIA                                        3

Facendo riferimento a quelle maggiormente rappresentate, vorrei sottolineare è che ben 35/101 (ben il 34,65% contro il 29,5 del 2013) sono persone con evidenza di alterazioni di esami che hanno a che fare con il sistema immunitario (presenza di anticorpi anomali o in eccesso). E di esse 15 (per ipotiroidismo) sono effettivamente malate. Per le altre (11 per gammopatia monoclonale 6 per presenza di auto-anticorpi, 3 per positività “pseudo virale”,) si tratta invece di riscontri dovuti ad accertamenti che hanno evidenziato la presenza di attività del sistema immunitario non dannose al momento al loro organismo, ma potenzialmente interferenti con l’organismo di un eventuale ricevente. Inoltre il controllo nel tempo di questi soggetti potrebbe permettere eventuali diagnosi future in modo molto precoce.

Altro dato significativo è quello relativo ai 12 soggetti (11,88%) che hanno evidenziato presenza di positività per i virus dell’epatite B (7), C (2) o hanno partner con tali situazioni (3). Questa problematica non si può ritenere ancora un tema risolto e richiede sempre molta attenzione nell’ottica di rendere sempre più sicuri i prodotti delle donazioni.

Un altro capitolo riguarda 12 soggetti (11,88%) non idonei per sviluppo di patologie del sistema cardio-vascolare (6 con aritmia, 3 con cardiopatia ischemica, 3 con TIA). In questo caso la non idoneità è stata posta per tutelare la salute del donatore.

Ancora si segnalano 7 persone  (6,9%), contro 9 nel 2013, hanno manifestato malessere ripetuto in relazione alla donazione (la cosiddetta “reazione vaso-vagale”). Tale dato evidenzia come questo problema, come già ribadito in passato non necessariamente in relazione con la presenza di malattie, sia importante e da considerare con attenzione nella fase di selezione come in quella di donazione. E mantenere il punto di ristoro post-donazione vicino al S.I.T. (cercando di assicurare anche il maggior confort possibile) è certamente una scelta di tutela importante per la sicurezza del donatore!

 

Dopo aver concluso la parte espositiva dei dati sanitari dello scorso anno, vorrei infine fare un cenno ad un tema che ho visto aver inevitabilmente suscitato molto interesse (ed anche qualche apprensione e accesa discussione) tra i nostri donatori. Ovvero la creazione della cosiddetta MACROAREA di raccolta e distribuzione di sangue e plasmaderivati presso il S.I.T. dell’Ospedale di Lecco. Dopo un colloquio con i Dirigenti del Servizio mi permetto da fare alcune considerazioni da medico e nello stesso tempo da donatore.

La decisione di creare questa struttura organizzativa nasce a livello non locale. Il fatto che sia stato scelto il SIT di Lecco per gestire un’area che raggruppa le province di Lecco, Sondrio, gli Ospedali di Monza, Vimercate, Carate, Desio, San Raffaele e parte della distribuzione verso la Sardegna non può che dipendere da una comprovata competenza di chi gestisce il Centro. Inevitabilmente ciò ha avuto una ricaduta organizzativa sull’operatività locale, con la necessità di un tempo di assestamento nelle procedure e anche la necessità di verificare  le reali necessità sul territorio della macroarea.

In base a questi presupposti emergono alcune priorità assolute:

  • La donazione deve essere il più possibile correlata alle reali necessità: quindi, senza comunque creare problemi organizzativi eccessivi alle sezioni AVIS, sarà necessario avere un sistema “elastico” che si possa adeguare alle richieste (in questo modo evitando inutili sprechi di prodotti di donazione, che mi sono stati confermati per il passato!). Ciò dovrà comunque ripercuotersi nel modo minor possibile sulla programmazione della donazioni. E sarà compito degli Organi Direttivi AVIS vigilare in tal senso.
  • Al momento la richiesta è a favore del sangue intero rispetto al plasma. Ciò giustifica lo spostamento di alcuni donatori verso il sangue intero. Le conseguenze di tale scelta saranno ovviamente una riduzione della frequenza di donazione per le donne e, in linea teorica, la possibilità di sviluppo di possibili “carenze di ferro” nel tempo. Tale situazione non si deve considerare una malattia, ma l’inevitabile conseguenza della donazione periodica. La supplementazione di ferro proposta già oggi ad alcuni donatori è uno dei due metodi per ovviare alla possibile sospensiva temporanea. La seconda è la dilazione tra una donazione e l’altra. In tale ottica non penso sia corretto temere che si possa creare rischio per la salute del donatore (e della donatrici in particolare). Inoltre, l’eventuale riduzione della frequenza di donazione, possibile inevitabile sequela di questa tendenza organizzativa, non ritengo debba essere letta in termini solamente di “scarso utilizzo dei nostri donatori”, ma anche come adeguamento del nostro ruolo al mutare dell’organizzazione sanitaria alla quale offriamo il nostro servizio volontario. Se allo stato attuale questa riorganizzazione sembra essere richiesta solo alla sezioni locali, nelle intenzioni del SIT dovrebbe estendersi il più possibile a tutti i Centri di Raccolta correlati della MacraArea.
  • Queste premesse porteranno con sé anche una riorganizzazione negli orari dedicati alle varie tipologie di donazione presso il SIT di Lecco. Ciò allo scopo di ridurre al minimo i tempi di attesa per ogni singolo donatore. In tal senso, probabilmente, verrà richiesto a qualche donatore, di modificare una tempistica di presentazione abitudinaria da tempo. Comprendo che ciò possa apparire scomodo, ma, spero che si riescano a trovare nel più breve tempo possibile, accordi che soddisfino sia le esigenza organizzative che quelle personali. Da entrambe le parti auspico sia sempre al primo posto il principio di “fare il bene” nel miglior modo possibile e sempre collaborando.

Ritengo che questa situazione sia conseguenza del grosso processo di riorganizzazione del Sistema Sanitario e, come tale, richiederà tempo e pazienza da parte di tutti i soggetti interessati. Certamente da parte di volontari è meno facile capirne alcune logiche. Ma assicuro, come operatore sanitario/donatore, che anche chi agisce sul versante “tecnico-organizzativo” ha la sue belle difficoltà da superare in questo periodo. Camminiamo insieme per il bene di chi ne ha bisogno!

 

Grazie per  l’attenzione

un  saluto e l’augurio di un buon 2015 a tutti!